Un attimo di pazienza
GAIA Consulting & Technologies si avvale di personale tecnico specializzato con laurea magistrale in Fisica per effettuare servizi di monitoraggio dei campi elettromagnetici a bassa frequenza (ELF), ad alta frequenza (RF) e statici:
Tutte le misure sono effettuate con strumentazione di livello professionale Sulla Terra è presente un campo elettromagnetico naturale a cui, nel tempo, si sono aggiunti campi prodotti da sorgenti antropiche che hanno provocato un notevole innalzamento del fondo naturale. Il problema dell’inquinamento elettromagnetico, noto più comunemente come “elettrosmog”, è associato alle radiazioni non ionizzanti con frequenza variabile da 0 a 300 GHz emesse da impianti per radiotelecomunicazione e dai sistemi di produzione, trasferimento e utilizzo dell’energia elettrica. In attesa di comprendere a pieno gli effetti biologici indotti dai campi elettromagnetici sull’organismo umano, siamo immersi in un mare di onde che potrebbero esporci a rischi per la salute. L’Italia, sulla base del principio di cautela suggerito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha adottato le misure di legge più restrittive in Europa. Le sorgenti di CEM potenzialmente dannose sono rappresentate da elettrodotti, Stazioni Radio Base per la telefonia cellulare, antenne radiotelevisive e macchinari industriali. I campi elettromagnetici esercitano effetti a breve e lungo termine e possono avere conseguenze sia di tipo sensoriale sia di tipo sanitario. Per quanto riguarda gli effetti a breve termine, non esistono evidenze di effetti nocivi dei campi a bassa frequenza (linee elettriche) e a radiofrequenza nei normali ambienti di vita, mentre sono stati rilevati effetti di disturbo nei lavoratori esposti a campi di intensità particolarmente elevata. L’esposizione prolungata a campi a bassa frequenza ha determinato, come effetti a lungo termine, un contenuto incremento di patologie tumorali, soprattutto nei bambini e nei lavoratori, mentre sembra che l’esposizione prolungata ai telefoni cellulari potrebbe causare tumori cerebrali. A oggi sono noti effetti a lungo termine causati da campi RF e MW solo nel caso di esposizione occupazionale. Per tutelare la salute della popolazione dei lavoratori sono state emanate specifiche normative. La protezione dall’esposizione ai campi elettromagnetici è disciplinata dalla Legge Quadro n.36 del 22 Febbraio 2001, che detta principi fondamentali diretti ad assicurare la tutela della salute dei lavoratori e della popolazione dagli effetti dell’esposizione a determinati livelli di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici. Stabilisce, in particolare, i limiti massimi di esposizione ai campi elettrici e magnetici generati dagli elettrodotti (50 Hz) e dai generatori a radiofrequenza negli ambienti abitativi e lavorativi. Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (D.P.C.M.) 8 luglio 2003 fissa i Limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità per la protezione della POPOLAZIONE dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 Hz) generati dagli elettrodotti (incluse cabine di trasformazione e cavi di trasporto della corrente) e dai sistemi fissi delle telecomunicazioni e radiotelevisivi con frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz. Per i campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici non riconducibili a questo tipo di sorgenti si applicano le restrizioni stabilite nella Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea del 12 luglio 1999. Il D.Lgs 81/08 aggiornato con il D.Lgs n.159/2016 definisce le disposizioni minime di sicurezza e di salute relative all’esposizione dei LAVORATORI PROFESSIONALMENTE ESPOSTI ai rischi derivanti dai campi elettromagnetici. Per i lavoratori LAVORATORI NON PROFESSIONALMENTE ESPOSTI ai rischi derivanti dai campi elettromagnetici devono essere rispettate i limiti valevoli per la popolazione.I nostri servizi sui Campi Elettromagnetici
Campi Elettromagnetici: un rischio concreto
Gli effetti
La Normativa
LEGGE 22/02/2001, n. 36
DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI (D.P.C.M.) 8 luglio 2003 (GU n. 200 del 29 agosto 2003)
DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI (D.P.C.M.) 8 luglio 2003 (GU n. 199 del 28 agosto 2003)
RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO del 12 luglio 1999
(Gazzetta ufficiale delle Comunità Europee L 199/59 del 30 luglio 1999)
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